nella maggior parte dei rapporti sessuali, negli ultimi sei mesi” (EAU).
Questa definizione, che può apparire pesante e ridondante, per un quadro così “intimo”, è invece assolutamente fondamentale. Permette infatti di escludere un discreto numero di quadri, che, pur allarmando il paziente, sono invece da considerarsi fisiologici. In questi casi, non è necessario (almeno provvisoriamente) sottoporre il paziente ad accertamenti e terapie, che a quel punto potrebbero persino essere controproducenti.
Da qui, va sempre ricordato che la disfunzione erettile, prima che una patologia, può essere considerata un sintomo o un effetto collaterale.
Effetto collaterale (di farmaci o di interventi chirurgici, oncologici o meno) non significa che non vada trattato. Significa che delle condizioni molto definite e localizzabili nel tempo sono alla base di un problema, e che quindi, non possono essere modificate a posteriori. In questi casi, gli accertamenti diagnostici spesso sono solo di completamento, e la terapia ha l’obiettivo primario di migliorare la Qualità di Vita (anche sessule) del paziente che è stato sottoposto a particolari trattamenti.
Nei casi in cui invece non è subito evidente una causa “medica” (il termine corretto è ”iatrogena”), va ricordato che la DE può essere la punta di quadro molto complesso, sistemico, che potrebbe anche essere passato fino a quel momento inosservato. Il diabete mellito, le vasculopatie, neuropatie molto varie, sono patologie che potrebbero anche avere come primo sintomo di presentazione la DE.
Perciò l’Andrologo deve avere sempre e prima di tutto una visione d’insieme del paziente (p. es. indice di Massa Corporea, storia clinica, abitudini quali il fumo) in modo prima di tutto di escludere patologie non “uro-andrologiche,” ma che per caso vengono individuate a questo livello. Va inoltre ricordato che spesso la prima linea terapeutica è una sostanziale modifica degli stili di vita.
In questo contesto, se cause di natura medica generale non emergono (anche mediante esami di laboratorio, generalmente), utile è procedere con esame ed accertamenti (principalmente radiologici) che abbiano l’obiettivo di valutare con precisione il grado di disfunzione. Ovviamente prima di decidere cosa fare, bisogna capire “quanto è presente” in maniera fisica la problematica.
Bisogna ammettere che non sempre è semplice ricreare in un ambulatorio le condizioni reali della vita sessuale e di coppia del paziente.
Infine la proposta terapeutica (medica, chirurgica) viene condivisa e si deve proporre l’obiettivo, se possibile, della soluzione del problema (non sempre semplice).
Va segnalato che in pochi ambiti della Medicina, vi è una larga importanza del concetto di “Counselling” e di “Coaching”, tra medico e paziente. In una sfera così personale, dobbiamo comprendere dapprima il “vissuto del paziente” e quelle che sono le problematiche connesse alla persona (e non solo alla patologia). Successivamente dovremo condividere con lui gli obiettivi e le strategie. Tutto ciò, non tanto perché si voglia ottenere una soluzione “pisologica”, Piuttosto perché terapie mediche e chirurgiche, rischiano insuccessi frustranti, se non rispondono alla reali necessità e non sono condivise da entrambi i lati.
Il test è stato creato allo scopo di fornire un questionario sensibile e specifico per valutare la funzione erettiva.